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Perché ancora Bassolino?

Si ha una notizia quando avviene un fatto.
Antonio Bassolino ha appena scritto sul suo profilo Facebook che si candida. Che sia alle primarie del Pd annunciate ieri per il 7 febbraio è scontato.
Per molti, anche la sua candidatura lo era, così come la sua vittoria alle primarie stesse. Tutto scontato per tutti, quasi come se ci fossero i saldi della politica, il ritorno del vintage, del vecchio che avanza.
Ma perché ancora Bassolino? Perché, dopo essere stato due volte sindaco di Napoli e due volte governatore della Regione Campania, si candida alle primarie?

Perché nella politica ci sono vuoti che vanno riempiti. Quello del Pd locale è un vuoto che ha prodotto un silenzio assordante su qualsiasi input lanciato dai cittadini di Napoli, ecco perché “Don Antonio” ritorna sulla scena (…del crimine, come tutti gli assassini?).

Quasi certamente, questo vuoto è anche frutto delle scelte di chi ha comandato per vent’anni e della sua incapacità (o volontà?) di formare una nuova classe dirigente. In ogni caso però, sì sa che molti napoletani sono scurdarielli e rispettosi solo verso i cani che fanno paura. Tipo lui.
Come ho scritto all’inizio però, una notizia è tale quando avviene qualcosa. Fino ad allora si tratta di opinioni, previsioni.
Nulla di più, manco se scritti con tanto di ghirigori semantici sul giornale più noto del sud Italia.

Bassolino annuncia la sua candidatura alle primarie <– questa è una notizia. Punto.

Ora gli occorreranno i voti per vincere. Dalle accuse sui rifiuti si difenderà dichiarando che la legge lo ha ritenuto non colpevole.
Chissà però se chi voterà alle primarie la penserà allo stesso modo.

Perché si sa, in politica, l’unico fatto rilevante, l’unica notizia che vale, è il voto.

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Il primo ristorante di Scampia parlerà metà rom e metà napoletano

Dal 17 novembre il quartiere di Scampia avrà il suo primo ristorante e sarà frutto della fusione tra la cucina rom e quella napoletana. Nei locali che si trovano sopra l’Auditorium di Scampia aprirà Kumpania, un ristorante nato contaminando le due culture gastronomiche in questi anni di lavoro e di vita in comune.

Dieci donne di Scampia, tra cui alcune di etnia rom arrivate nel quartiere con lo scioglimento dell’ex Jugoslavia, impegnate tra peperoni ripieni, babà, mussakà, sartù di riso, gulash, lasagne, ghibaniza e pizze ripiene.

Come riporta DonneEuropa, il progetto nato grazie a Barbara Pierro e all’associazione “Chi Rom e chi no”, inizialmente prevedeva l’offerta di percorsi gastronomici interculturali, per favorire l’auto imprenditorialità di donne italiane e straniere con difficoltà di integrazione e di impiego. Progetto che nel tempo riscuote curiosità e interesse. E, grazie alla possibilità di accesso a finanziamenti, pubblici e privati, vede arrivare i primi sostegni concreti per permettere la creazione di un vero e proprio presidio gastronomico nel quartiere.

P.S. Certamente, visti i tempi che corrono, a qualcuno non piacerà l’idea a prescindere ma, trattandosi di gastronomia, in tal caso consiglio di mangiare limone, solo limone. 🙂

kumoania

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